Cosa penserebbe Freud di... Belle?
- Anthea
- 11 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 gen 2021
La Bella e la Bestia. Questa è tra tutte la mia preferita. Avevo già accennato al sogno di sposare un tizio con un castello e un enorme biblioteca? Ah, si?! Vabbè, tanto ormai ho capito che faccio prima a costruirmi io sia il castello che la biblioteca.
La sindrome di Stoccolma
La Sindrome di Stoccolma in psichiatria descrive un particolare stato di dipendenza psicologico-affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica.
Chi è affetto dalla Sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti avvenuti durante ad esempio un rapimento, prova un paradossale sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all'amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice.
Il nome è stato coniato dallo psicologo Bejerot e si riferisce all'episodio che avvenne a Stoccolma nel 1973: un evaso dal carcere tentò una rapina in una banca e prese in ostaggio tre donne e un uomo. I reclusi, che furono infine rilasciati, svilupparono un senso di riconoscenza e gratitudine verso il sequestratore che “aveva ridato loro la vita”. Proprio questo paradosso psicologico prende il nome di “Sindrome di Stoccolma”, una reazione emotiva automatica, sviluppata a livello inconscio, al trauma creatosi con l’essere “vittima”.
Belle è davvero affetta dalla Sindrome di Stoccolma?

Per alcuni Belle non può essere affetta dalla Sindrome di Stoccolma perché non è stata rapita, ma si offre lei volontariamente come ostaggio al posto del padre malato. Sin da subito dimostra tutto il suo astio nei confronti della Bestia. Inoltre, inizia ad essere un po’ più accondiscendente solo dopo che lui l’ha salvata dall'attacco dei lupi.
Nonostante tutte le attenuanti, resta il fatto che si affeziona al suo carceriere, che nonostante tutte le accortezze (perlopiù merito dei domestici), la rende vittima di violenza verbale e psicologica e soprattutto la priva della sua libertà e di ogni speranza di rivedere suo padre.
Ricordiamoci che prima di essere imprigionata cantava:
Io voglio vivere di avventure
E lo vorrei sempre di più
Ma non c'è nessuno, ahimè
Che capisca il perché
Questo è quello che vorrei per me
Stare rinchiusa in un castello non mi sembra tutta questa grande avventura. Belle di fatto abbandona la propria aspirazione sottomettendosi alla volontà della Bestia. Anche nel momento in cui Belle vede il padre in pericolo nello specchio, non fa niente di più che mostrarsi preoccupata e addolorata. È così schiava della sua condizione che non avanza nessuna richiesta per andare a soccorrerlo. È la Bestia, ormai cambiata, che le dice di andare.
Altra caratteristica della sindrome è l’immedesimazione con il rapitore. Belle, come la Bestia, si sente esclusa dalla società. Tutti al villaggio la considerano diversa.
Quella ragazza è proprio originale
Con che aria sempre se ne va
Lei non assomiglia a noi
Pensa sempre ai fatti suoi
La sua bella testolina non è qua
Quindi il caso di Belle rientra a pieno nella Sindrome di Stoccolma. Fortunatamente per lei il suo rapitore ha un’evoluzione positiva durante la storia, diventando un uomo che si dimostra degno di essere amato. Quindi nonostante la Sindrome di Belle il loro rapporto diventa positivo ma solo per merito di lui.
Alla prossima e buona lettura!
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