Cosa penserebbe Freud di... Elsa?
- Anthea
- 19 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 1 gen 2021
Elsa nella prima stesura della Disney sarebbe dovuta essere un villain, ovvero l'antagonista. Il personaggio di Elsa, infatti, è nato ispirandosi alla fiaba "La regina delle Nevi" di Hans Christian Andersen.
Però le difficoltà riscontrate nel dare la giusta caratterizzazione al personaggio (non si riusciva a darle delle motivazioni al fatto che fosse un villain) hanno portato alla Elsa che conosciamo. Una persona buona, ma che vive con il costante terrore di fare del male involontariamente a qualcuno e per questo sceglie l'isolamento.
La fobia sociale
La fobia sociale è un disturbo caratterizzato da paura molto intensa che riguarda una o più situazioni sociali ben definite (ad es. parlare in pubblico, mangiare in pubblico etc.). Spesso le cause della fobia sociale riguardano comportamenti appresi (ad es. avere sperimentato situazioni pubbliche umilianti, essere stato oggetto di aggressione etc.) oltre a pensieri disfunzionali relativi a se stessi e agli altri. Chi soffre di fobia sociale infatti vive reazioni emotive intense collegate ad alcuni contesti sociali, nei quali il soggetto ha paura di essere giudicato in modo negativo.
La paura porta ad evitare luoghi e situazioni che potrebbero attivare i sintomi ansiosi. La persona così riduce sempre di più le attività, i luoghi e le situazioni quotidiane, innescando un circolo vizioso che porta ad un peggioramento del quadro fobico e a una importante riduzione della qualità di vita.
Si stima infatti che circa il 7-13% delle persone sperimentino, nell'arco della loro vita, i sintomi di questo disturbo (Keller MB, 2003; Schneier, 2006).
La fobia sociale esordisce in genere nella prima adolescenza (Stein, 2008) ed è presente in misura maggiore nel sesso femminile (circa il 60%) rispetto a quello maschile (Ruscio et al., 2008).
Il blocco psicologico di Elsa

La causa della fobia sociale di Elsa è radicato nella sua infanzia. Quando ancora bambina, giocando con Anna, la ferisce gravemente con i suoi poteri.
Anna: Io ed Elsa eravamo così unite da piccole. Ma poi, un giorno mi ha escluso completamente dalla sua vita e non ho mai saputo il perché.
Da quel momento non riesce più a gestire quei poteri che ha sempre usato con naturalezza. Complici i genitori, si convince che l'unico modo per non far del male a chi vuole bene, è stargli lontano e scegli di isolarsi.
Elsa: No, Anna, il mio posto è qui, da sola, senza poter ferire nessuno.
Ciò di cui avrebbe bisogno Elsa, è accettarsi. Ma come può se i suoi stessi genitori non ne sono in grado?
È solo quando fugge in montagna, dove non deve più preoccuparsi di cosa pensano gli altri, che riesce a fare un passo avanti.
Ho conservato ogni bugia
Per il mondo la colpa è solo mia
Così non va, non sentirò
Un altro “no”
D’ora in poi lascerò
Che il cuore mi guidi un po’
Scorderò quel che so
E da oggi cambierò
Ma la vera svolta avviene quando Anna le salva la vita a costo della sua. Quando finalmente qualcun'altro all'infuori di lei, la accetta per quel che è, potere compreso.
L'affetto e l'accettazione di chi gli sta intorno è l'unica medicina efficace per il blocco dei socio-fobici.
Granpapà: Solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio.
Alla prossima e buona lettura!
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