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IL GIARDINO DELLE PAROLE - Makoto Shinkai

  • 27 lug 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 gen 2021

Vivere nella società moderna è difficile. Sono complicati i rapporti sociali, i ritmi serrati, le aspettative degli altri. La realtà può essere così opprimente da rendere difficile fare anche solo un altro passo avanti. E in questi momenti non si riesce a fare altro che fermarsi, incapaci di andare oltre.

Il giardino delle parole - Makoto Shinkai

Takao Akizuki è uno studente liceale, diligente e maturo che ama disegnare e realizzare scarpe su misura. Ma nei giorni di pioggia, quando tutti fuggono al riparo dal temporale, marina la scuola per rifugiarsi in un giardino tradizionale giapponese a disegnare calzature lontano da occhi indiscreti. E proprio qui, sotto uno degli azumaya (una sorta di gazebo), incontra Yukino, una giovane donna che sin dal primo mattino passa il suo tempo a bere birra e mangiare cioccolato.

Con l'arrivo della stagione delle piogge i due si ritrovano spesso a passare le mattinate insieme. Non interagiscono tantissimo, ma si ritrovano confortati dalla reciproca compagnia, al punto da iniziare a desiderare intensamente la pioggia.

Yukino non parla per niente di sé, ma con il progredire della storia vengono fuori i recenti traumi che l'hanno portata all'incapacità di recarsi al lavoro e a rifugiarsi in quel giardino. Sarà proprio la comparsa di Takao a farle desiderare di andare avanti. Le scarpe realizzate dal ragazzo diventano il simbolo dei sentimenti dei due. Lui vuole realizzare delle scarpe che le permettano di "camminare di nuovo" e lei vuole ricominciare ad andare avanti sulle proprie gambe.


Il giardino delle parole è un romanzo dolcemente malinconico, dove ciascuno dei personaggi a modo suo lotta e fa del suo meglio per andare avanti, fronteggiare le proprie paure e debolezze.


Mi è rimasta nel cuore la poesia che meglio rappresenta l'intero romanzo. Un dialogo tra una donna che spera nella pioggia affinché lui resti e la risposta dell'uomo che resterà se lei lo desidera:

Potrebbe un tuono | echeggiare per un po', | il cielo annuvolarsi all'improvviso | e la pioggia cadere? | Vorrei farti restare.

Anche se il tuono | non dovesse echeggiare per un po', | né dovesse piovere, | io resterò qui | se tu mi trattieni.

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