LA FATTORIA DEGLI ANIMALI - George Orwell
- 21 apr 2019
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 1 gen 2021
Un lupo travestito da agnello, o meglio un'aspra satira politica travestita da innocente favola. Questa è la fattoria degli animali di Orwell. Ma se Swift era riuscito ad abbindolare la borghesia della sua epoca con I viaggi di Gulliver, Orwell ha avuto vita più dura ed è dovuto passare da ben quattro editori prima che la sua opera venisse pubblicata.
Nella campagna inglese, gli animali di una fattoria, stanchi della loro misera condizione, decidono di ribellarsi. Scacciano gli uomini, che si appropriano di quasi tutti i frutti del loro lavoro, e prendono così possesso della fattoria.
Fondata sull'uguaglianza e l'equa distribuzione del cibo tra tutti gli animali, la fattoria nasce come un'utopia socialista. Tuttavia col tempo i maiali, più intelligenti degli altri, prendono naturalmente il comando per assicurare lo sviluppo e la buona gestione della fattoria.

Ma si sa con quanta facilità il potere corrompa i cuori e quanto l'ignoranza renda le masse facilmente manipolabili. E dal socialismo al totalitarismo il passo è breve.
Un'opera di facile lettura, assimilabile ad una favola, ma con molti innesti satirici contro la burocrazia e il totalitarismo (russi). Basti vedere la scelta dell'animale rappresentativo della classe dirigente per capire quanto Orwell la stimi, e non posso fare a meno di concordare con lui. Non che tutti i politici siano egoisti e calcolatori, perché ce ne sono tanti che si dedicano anima e corpo alla comunità fin dove possono. Il problema è che quelli che hanno vita facile e restano a lungo in politica sono della prima specie.
Assolutamente da leggere.
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