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Cosa penserebbe Freud di... Ariel?

  • Immagine del redattore: Anthea
    Anthea
  • 26 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 gen 2021

La nostra paziente di oggi è… Ariel, la protagonista del film “La sirenetta”. Questa principessa Disney ci permetterà di analizzare ben due disturbi psicologici.


La Dismorfofobia


La prima è la Dismorfofobia, racchiusa nello spettro “Disturbo ossessivo compulsivo e Disturbi correlati” (DSM 5, APA 2013).

Il disturbo di dismorfismo corporeo colpisce circa il 2.4% della popolazione, si presenta in giovane età (tra i 15 e i 30 anni) e affligge soprattutto le donne.


I dismorfofobici si preoccupano eccessivamente per la presenza di qualcosa di "sbagliato" nell'aspetto di una parte del proprio corpo. Spesso i pazienti si rivolgono al chirurgo plastico per correggere i presunti difetti, rimanendo sempre e comunque delusi dei risultati. Cercano rassicurazione negli altri, controllano continuamente il proprio aspetto allo specchio o cercano di nascondere i presunti difetti.


Ariel è una creatura marina che non accetta la sua condizione fisica di sirena ed è disposta a tutto per diventare umana, anche separarsi da tutti i suoi affetti.


Ma lassù, cosa mai ci sarà?
Imparerei tutto, già lo so
Vorrei provar anche a ballare
E camminar su quei ... come si chiamano? Ah, piedi!
Con le mie pinne non si può far
Vorrei le gambe per saltare
Ed andare a spasso per la ... come si dice? Strada!
[…]
Ma un giorno anch'io, se mai potrò
Esplorerò la riva lassù,
Fuori dal mar
Come vorrei vivere là ....

Per riuscire ad ottenere le gambe che tanto desidera al posto della coda da sirena, Ariel accetta un patto oltremodo svantaggioso con la strega del mare Ursula.

Nel film edulcorato della Disney, se entro 3 giorni dalla trasformazione in essere umano non riuscirà a farsi baciare dal principe diventerà schiava a vita di Ursula. Nella storia originale, invece, se non porterà a termine l’impresa diventerà schiuma di mare. Non proprio un affare.


La Disposofobia o accaparramento compulsivo


La seconda patologia è la Disposofobia (DSM 5, APA 2013) o disturbo da accumulo, caratterizzato dal collezionare beni – perlopiù inutili – in quantità inverosimili, e dall'incapacità di liberarsene.

Guardate un po' quello che ho
è una raccolta preziosa, lo so
Vi sembrerà che io sia
Una che ha tutto ormai!
Che tesoro! Che ricchezze!
Chi al mondo ne ha quanto me?
Se guardi intorno dirai: Oh, che meraviglie!
Ho le cose più strane e curiose
Non ho nulla da desiderar
Vuoi un... come si chiama? Io ne ho venti

La collezione di Ariel

Ariel è il perfetto esempio di accumulatrice compulsiva. Ha addirittura oggetti uguali, in quantità spropositate, di cui non conosce nemmeno l’utilità. Le persone affette da questo disturbo provano preoccupazione e angoscia quando devono disfarsene e anche quando ci provano non riescono ad andare oltre dallo spostare gli oggetti dalla pila “li porterò al mercatino” alla pila “dopo vedo cosa farne”.


Visto dall'esterno il comportamento del paziente con DA appare completamente incomprensibile: si tratta di individui che rovinano la loro vita, spesso la propria situazione economica, quasi inevitabilmente la relazioni con i propri cari per raccogliere, conservare, ammassare oggetti di solito inutili, di nessun valore e con i quali dichiarano, nella maggior parte dei casi, di non avere nessun legame particolare (nel senso che non rappresentano momenti speciali o non hanno particolari significati in sé).


Il disturbo inizia in giovane età e tende a peggiorare nel tempo.


Si stima che circa il 2-5% della popolazione mondiale soffra di questo disturbo. Ma, visto che difficilmente i soggetti affetti ammettono di soffrirne, il dato potrebbe essere sottostimato.


E voi? Conoscete qualche accumulatore compulsivo?


Alla prossima e buona lettura!


Ti sei perso gli altri articoli della rubrica? CLICCA QUI, in fondo alla pagina introduttiva trovi l'elenco di tutte le pazienti ;)


Fonti

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